sabato 13 luglio 2013

un "Cult" a 7,50 euro



Di film leggendari al cinema in vita mia ne ho visti tanti, quasi quanti quelli che mi son perso.
Lì per lì non te ne accorgi, poi esci dalla sala e senti salire dentro una sensazione gratificante, un senso di profonda soddisfazione e di felicità, ci pensi un po' e a freddo, tornando a casa, dici tra te "cacchio lo rivedrei volentieri altre 5 volte....".
Non mi succedeva da tempo.
Mi è successo ieri sera, dopo essere andato a vedere Pacific Rim...

Nulla di nuovo sotto il sole, almeno a livello di storia.
Il classico "cammino dell'eroe" e ormai, anni e anni dopo aver avuto accesso a questo grande segreto della narrazione, pochissime storie mi stupiscono e mi affascinano.
Nel caso del film di Del Toro non posso nemmeno dire che sia la caratterizzazione della storia ad essere originale, basti prendere un qualsiasi episodio di UFO Robot Grendizer o di Great Mazinger, trasporlo in film et voilà, il gioco è fatto.
Poche, pochissime volte era stato fatto in passato.
Robojox (1989) è una di quelle.



Ma erano opere passate un po' in sordina o addirittura dimenticate col passare del tempo e con l'avanzare della tecnologia nel campo della CGI (
computer-generated imagery).
Che è anche il problema (non solo il vanto) di Pacific Rim che arriva, purtroppo per Del Toro e per noi appassionati di genere, in un periodo in cui fantascienza, fantasy e (sempre più spesso) horror, attingono a piene mani, in modo forse eccessivo, dall'effettistica computerizzata, creando uno stordimento e una assuefazione negli spettatori che diminuiscono sensibilmente il "sense of wonder", obiettivo principale di tali produzioni, realmente, inevitabilmente non centrato.
Per questo motivo ho odiato i films dei Transformers.
Troppa CGI e male usata.
In Pacific Rim no.

Il film c'è e si fa notare.

"I was overwhelmed by the intense kaijū vs. giant robot action. It was fun!"...
...queste sono le parole pronunciate dal maestro Go Nagai, "stupefatto" e divertito dalle "intense" scene di lotta del film.
Parole dette proprio da colui senza il quale non sarebbe mai esistito Pacific Rim nè quasi l'intero immaginario robotico di ben 3 generazioni
di fans ( tra cui, in primis, la mia ) .

Perchè la pellicola di Del Toro è un continuo citare, un continuo ed inarrestabile atto d'amore per un genere che fece ( e che fa ancora, dopo 40 anni e più ) la fortuna del mercato animato giapponese.
ma non è una scopiazzatura, intendiamoci.
non è una mera, anche se solida, trasposizione e basta.




Dentro Pacific Rim c'è anche molto "american style", come nel Godzilla di
Roland Emmerich, quello del 1998 ( che a me piacque molto, anche solo per la presenza di Matthew Broderick e Jean Reno), un aspetto che non guasta affatto, del tutto assente nelle produzioni cinematografiche giapponesi, sempre molto algide nei casi di trasposizioni dai cartoni al cinema.
Freddezza che gli americani (buon per loro e per noi) non hanno.
Partendo dalla classica "occasione per rifarsi", vero motore trainante di tutti i film in sapore di "sogno americano", alle esplosioni e alle devastazioni immani dei migliori action movies d'oltreoceano, al design dei robot ( e anche dei mostri) che seppur debitore delle produzioni animate del sol levante rimane però spartano ed essenziale ( "funzionale" direbbe il mio ex prof della scuola del fumetto) ignorando quasi del tutto, ma solo in questo aspetto, la lezione dei vari Gundam e company campioni incontrastati di mechadesign da sempre, all'ironia di fondo che permea tutto il film, nonostante si parli di devastazione e apocalisse alle porte.

Di americano c'è persino il pistolotto pre-finale, subito sbeffeggiato alla grande dal protagonista, messo lì giusto per imprimere un minimo di epicità a ciò che avverrà dopo, ma non ce ne sarebbe nemmeno alcun bisogno in realtà, perchè Gipsy Dancer e company riescono con i soli propri ingranaggi a rendere epica un'azione che parte già "Mitica" fin da prima che inzi il film stesso.

Pacific Rim non è un'americanata, come ho letto in molti commenti ipercritici.
ormai anche usare l'aggettivo stesso è errato.
per Pacific Rim lo è ancor di più...
prima di tutto perchè Del Toro è un regista americano solo d'adozione ( faccio il pignolo), secondo perchè in tutte le sue pellicole non ha mai esagerato in certi atteggiamenti se non nei limiti della "funzionalità" sopracitata, inoltre perchè essendo un film sui "Robottoni" casomai è una Giapponesata, infine, perchè dei robot giganti che combattono dei mostri ancor più giganteschi DEVONO far danni e i danni devono essere proporzionali a chi li causa.




Sarebbe stata un'americanata se a causare tanta morte e distruzione fosse stato Bruce Willis mezzo malconcio ( dite che l'ha fatto? in ben 4 film? ops!)...

Del Toro non si è ispirato solo alle opere di Nagai, ma ad Honda e il suo Godzilla e anche a

Yoshiyuki Tomino, il "papà" di gundam.
Lo si vede soprattutto quando i robottoni si rompono, l'energia che li sostiene si esaurisce, le armi terminano le munizioni ed è giusto così, perchè gli "Jaeger" sono delle armi giganti, non degli dei.
Mi soffermo un attimo sui personaggi.
Per me sono stracaratterizzati, sia esteticamente che psicologicamente.
Di facile identificazione quindi e per me è cosa buona e giusta anche se manca un po' di profondità, ma i protagonisti sono i robot per cui ogni lamentela è fuori luogo.
Ho sentito dire che sono "stereotipati" come se fosse un crimine o un difetto grave.

Stiamo parlando sempre di un film che narra di robots giganti e di mostri vero?
O dell'ultimo di Woody Allen?

Personalmente adoro le caratterizzazioni estreme e sotto questo aspetto il lavoro di attingere dai classici personaggi giappo degli anime è stato fatto per bene considerando che non si ha a disposizione un serial intero per approfondirli ma solo due ore (seppur) abbondanti (circa) di pellicola.
E di personaggi ce n'è anche molti...
la gallery è immensa, tutta colma di citazioni nagaiane:
Dal Tetsuya al prof. Kabuto, dall' Hayato Jin a Miwa e via dicendo...

Unica vera pecca sono i nemici.
Tanto giganteschi e spaventosi i mostri "Kaiju" tanto inesistenti e banali le motivazioni dei cattivi
che li creano e li mandano contro l'umanità ( che si intravedono e basta, ma qui la lezione è quella di Neon Genesis Evangelion, l'unico vero, maturo, anime sui robottoni esistente).
Il motivo di tale mancanza lo giustifico appunto con la presenza di tanta carne a disposizione da mettere sul fuoco, un poco in più e sarebbe bruciato tutto il pranzetto di Natale.
Faccio notare che lo stesso Nagai dà spazio agli antagonisti solo nella seconda parte delle sue serie animate ( non parlo di oav, ma potrei anche includerli ) approfondendo le tematiche dei "cattivi", che alla fine poi non risultano mai essere eccessivamente crudeli e spietati ma solo eccessivamente "machiavellici"...
In Pacific Rim tutto ciò non avviene perchè qualcosa doveva essere sacrificata a beneficio di una sintesi sapiente e godibile.
Infatti, per capire i punti deboli e gli obiettivi dei nemici alieni non resta che utilizzare un meccanismo narrativo già visto in altri cult come per esempio "Independence Day", che non svelo per evitare lo spoiler...

Caro Guillermo per tutte le piccole mancanze però ti perdono ben volentieri.
mi hai citato persino
King Gori, uno dei mostri più famosi e spietati di Goldrake...
e mi hai fatto vedere persino non solo il Giappone devastato come ai bei vecchi tempi, ma anche il mondo intero, evitandomi anche la classica (davvero e tristemente) stereotipata New York fatta in pezzi.
potrei non volerti mai bene?

Insomma, se dovessi decidere IO come dev'essere un film sui robottoni vorrei fosse così.
Lo è?
Allora è perfetto.
Di più non chiedo alla vita.




Spero solo non ne facciano un secondo, non vorrei intristirmi.
I sequel spesso mi deludono.
Piuttosto già temo un'invasione anche di questo genere.
I supereroi ormai son belli che andati...

in fede
Claudio " Claps" Iemmola

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